L’immigrazione è il fenomeno sociale più travolgente di questo secolo. Eppure molti problemi che le sono connessi sono ancora trascurati dagli studiosi. Uno di questi è la sicurezza, che pure è diventata in tutta Europa uno dei problemi cruciali della convivenza civile. In Italia particolarmente preoccupante è il notevolissimo incremento, in termini assoluti e relativi, dei reati compiuti da immigrati. Gli stranieri costituiscono circa il 40% dei denunciati, anche se, irregolari compresi, non superano l’8% della popolazione. Ad essi si devono circa il 50% dei furti, il 40% delle violenze sessuali, il 36% rapine e degli omicidi. Le carceri sono ormai sovraffollate proprio per la loro crescente presenza: nel 1995 era straniero un detenuto su sei, nel 2005 uno su tre e ora, in molte parti del Paese, uno su due.
Alla criminalità si aggiungono altri gravi rischi: il terrorismo islamista, che, dopo l’11 Settembre, ha già gravemente colpito la Spagna e il Regno Unito, e la conflittualità urbana violenta, già esplosa con forza nelle inner cities inglesi e nelle banlieues francesi. Da entrambi questi pericoli l’Italia, così come altri paesi, non è affatto esente.
Questo studio di Umberto Melotti, uno dei primi e più qualificati studiosi dell’immigrazione, analizza la situazione, confutando l’atteggiamento irresponsabile di quegli studiosi e di quei politici che, con assurde motivazioni, si ostinano a negare la rilevanza dell’immigrazione fra le cause dell’insicurezza e attribuiscono unicamente alla stampa le preoccupazioni diffuse nella popolazione.